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Ucraina-Russia, come spiegare la guerra ai bambini: il parere della psicologa Stefania Andreoli

Ucraina-Russia, come spiegare la guerra ai bambini: il parere della psicologa Stefania Andreoli

Dobbiamo parlare della guerra ai nostri bambini? Da quale età è possibile farlo? E come comportarci con i più piccoli? Stefania Andreoli risponde ai dubbi dei genitori in diretta con Alessandro Cattelan.

DI Redazione Web / 16 marzo 2022

Stefania Andreoli

È ormai dalla mattina del 24 febbraio che molti genitori si interrogano sul modo migliore per spiegare ai loro figli quello che sta accadendo in Ucraina. Bambini e, soprattutto ragazzini, in questi giorni, sui media si trovano di fronte a immagini di guerra, a rappresentazioni che spesso non hanno ancora i mezzi per comprendere fino in fondo.

Nel suo appuntamento del mercoledì a Catteland, la psicologa e psicoterapeuta Stefania Andreoli ha risposto in diretta proprio alla domanda di un genitore relativa alla crisi tra Ucraina e Russia. “Da quale età è giusto parlare della guerra ai bambini e quanto i più piccoli comprendono delle notizie del telegiornale?” è stata la domanda posta alla psicologa.

Spiegare la guerra ai bambini, dall'infanzia alle elementari

Prima degli otto anni, ossia della terza elementare, i bambini ragionano in un modo molto concreto, non sono capaci di astrarre. – spiega Stefania Andreoli – Per cui mostrare loro delle immagini o ascoltare insieme il telegiornale potrebbe essere sconsigliabile perché è come se sentissero davvero le immagini della tragedia piombare nel salotto di casa senza che possano avere un filtro per capire che non riguarda direttamente loro, che non sono sotto attacco e che possono andare a dormire complessivamente tranquilli. A partire dagli otto anni, se il genitore volesse farlo, si potrebbe invece pensare di guardare le immagini insieme e commentarle selezionando una fonte; facendolo da adulto responsabile che è capace di filtrare la questione”.

Nel caso le immagini o le notizie della guerra avessero raggiunto anche i più piccoli, ossia i bambini della scuola dell’infanzia, parliamo di bambini dai tre ai sei anni, Stefania Andreoli spiega come comportarsi. “In questi casi bisogna valutare che di fronte abbiamo un bambino piccolo, si useranno così le fiabe, le storie, il gioco simbolico e poi un po’ di furbizia: facciamo parlare loro, capiamo cosa pensano di sapere, che idea si sono fatti e piuttosto confezioniamo per loro la migliore e più veritiera versione rispetto a quello che già hanno dentro. Se il bambino non chiede non è il caso di dire, è nostro figlio a settarci su quello che è in grado di ricevere in quel momento”.

Ascolta qui sotto l’intervento integrale di Stefania Andreoli!

Dobbiamo parlare della guerra ai nostri bambini? Stefania Andreoli risponde

È importante quindi non esporre i più piccoli “a immagini di città bombardate, feriti, persone nel panico, perché non sono in grado di prendere le distanze e potrebbero restarne turbati”. Allo stesso tempo bisogna rispondere sempre alle loro domande e cercare di rassicurarli, in ogni occasione.

Chi è Stefania Andreoli, la psicologa in diretta con Alessandro Cattelan

Stefania Andreoli, classe 1979, è una psicologa, psicoterapeuta e analista. Lavora da sempre con gli adolescenti, le famiglie e la scuola, occupandosi di prevenzione, formazione, orientamento e clinica. Consulente tra gli altri per Walt Disney, Mondadori, Fabbri e De Agostini, è presidente dell’Associazione Alice Onlus di Milano.

A Radio DEEJAY è ospite fissa di Alessandro Cattelan il mercoledì mattina nel suo programma Catteland. In diretta risponde ai dubbi e alle domande dei tanti genitori in ascolto. Stefania Andreoli è seguitissima su Instagram, dove conta più di 190 mila follower.

 

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